Quante volte abbiamo sentito la frase “Ho le gambe gonfie…” Un’affermazione apparentemente banale ma che rappresenta la classica “punta d’iceberg” di una serie di affezioni variegate e complesse, a volte anche gravi: le Patologie Vascolari. Ne parliamo con il Prof. Giovanni Tinelli (Chirurgo Vascolare, Resp.le UO Terapie Endovascolari Policlinico Gemelli IRCCS) in un’intervista – articolata su più “puntate” – che iniziamo oggi a pubblicare sul nostro canale YouTube
“Prof. Tinelli, come stanno arterie e vene di noi italiani?” “Parlare di patologie vascolari oggi significa parlare di problematiche in forte crescita a livello mondiale” è la prima affermazione del Professore ” Questo dipende anche dallo sviluppo di altre patologie ad esse correlate tipo il diabete, che diventa una problematica a livello mondiale preminente, o per la diffusione di cattivi stili di vita“.
“Quali sono i fattori di rischio maggiormente coinvolti nell’insorgenza di una patologia vascolare? “La patologia arteriosa si basa essenzialmente su fattori di rischio correlati alla patologia aterosclerotica, quindi la degenerazione delle pareti arteriose che può portare ad un ristringimento del volume, cioè ad una diminuzione del sangue a valle, oppure ad una dilatazione della parte dell’arteria, formando un aneurisma.”
“Con quali rischi Professore? “…la degenerazione delle pareti arteriose può portare ad un restringimento del volume, cioè ad una diminuzione del sangue a valle, oppure, ad una dilatazione della parete dell’arteria, formando un aneurisma. Più si ingrandisce l’aneurisma, più c’è il pericolo che questo possa rompersi…”
Ovviamente il quadro è complesso, come chiarisce il Professor Tinelli, che completa “Per quanto riguarda la patologia essenzialmente vascolare: prevenzione dell’ictus cerebrale, la prevenzione della rottura dell’aneurisma dell’aorta e la prevenzione della patologia ostruttiva degli arti inferiori.”
E ora parliamo di vene “…parliamo adesso di sistema di ritorno, il sistema venoso. Parliamo della insufficienza venosa cronica, una patologia con una prevalenza molto alta soprattutto nelle donne, anche di età giovanile, correlata a stili di vita appunto come l’ortostatismo, lavorare in piedi, oppure alla familiarità, quindi entriamo nel concetto di genetica e di ereditarietà di queste patologie, insieme al sistema linfatico che porta, dal basso verso l’alto nel caso degli arti inferiori, tutta l’acqua in eccesso, la linfa…”
Proprio a quest’ultimo proposito rammentato dal Prof. Tinelli, la ricerca nutrizionale GHS ha lavorato. Il Linfedema, che si caratterizza per un incremento patologico dei fluidi interstiziali, ècausa di alterazioni morfologiche e/o funzionali del sistema linfatico. L’approccio dietetico può essere molto utile, comprendendo la somministrazione di MCT (trigliceridi a catena media) e specifici nutrienti funzionali, in associazione al trattamento decongestivo convenzionale, ed è stato efficacemente adottato in pazienti affetti da linfedema ed in altre patologie che comportano una compromissione della fisiologica funzionalità vascolare.
La corretta gestione dietetica del linfedema e di quelle patologie che comportano un’alterazione dell’omeostasi del tessuto vascolare, prevede il mantenimento di un regime dietetico normo-calorico, iposodico, ipolipidico, eliminando o riducendo quanto più possibile l’introito di trigliceridi a catena lunga, prediligendo appunto il consumo di MCT, proteine di elevato valore biologico.