“Sono veramente convinto che la nutrizione sia il più potente tra gli strumenti terapeutici che abbiamo, sia per curare ma soprattutto per prevenire l’insorgenza delle patologie“. Vogliamo aprire con questa importante affermazione del Prof. Antonio Gasbarrini (Direttore del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS) la seconda parte del nostro “viaggio” negli Alimenti a Fini Medici Speciali (AFMS).
Nel nostro canale YouTube troverete un’ampia raccolta di consigli e opinioni degli esperti Gemelli a proposito del valore terapeutico degli Alimenti Speciali. Qui ne proponiamo solo una breve raccolta, in sintesi, invitandovi ad ascoltare la versione integrale delle nostre interviste esclusive.
Il ruolo del Microbiota
Ascoltiamo ancora il Prof. Gasbarrini “…la nutrizione e il cibo sono uno straordinario modello per modulare questo microbiota intestinale, fatto da numerosissimi batteri, virus e miceti che sono in equilibrio tra loro; un equilibrio variabile, un equilibrio dinamico. La nutrizione chiaramente dà cibo a queste comunità microbiche, e le fa crescere o abbassare; quindi la nutrizione “influenzerà” la composizione del microbiota intestinale: tutte volte in cui noi diciamo di dover fare una dieta particolare, in realtà stiamo facendo una vera e propria terapia; il numero di volte in cui mangiamo, 2,3, 4 nell’arco della giornata, la quantità di fibre che prendiamo, l’idratazione, il fatto che prendiamo proteine animali o proteine vegetali, più o meno carne, più o meno pesce, prendere i crostacei, prendere più o meno frutta; tutte queste condizioni cambiano la costituzione del microbiota intestinale“.
Verso la Nutrizione personalizzata
“Si è costruita una rete di specialisti che ha cercato di raccogliere esigenze nutrizionali (dei pazienti NDR) e attraverso un grosso studio – ogni passo deve essere fondato essenzialmente sulle linee guida e sull’evidenza scientifica, essendo la nostra una struttura appunto di diagnosi e cura a carattere scientifico – sono stati sviluppati dei progetti volti proprio alla massima personalizzazione del supporto nutrizionale, per raggiungere il più da vicino possibile i singoli pazienti” è l’evoluzione che al Gemelli si persegue, secondo la Prof.ssa Maria Cristina Mele (Direttore dell’Unità Operativa Complessa “Nutrizione Clinica” – Policlinico Gemelli IRCCS) che aggiunge “Il nutrizionista clinico ha dato il suo contributo insieme a tutti gli altri colleghi perché è colui che più da vicino conosce i fabbisogni, le esigenze nutrizionali in diverse situazioni cliniche…”
Un’ampia gamma di situazioni cliniche
La chiave è quindi nella corretta individuazione delle carenze nutrizionali del paziente come sottolinea il Prof. Massimo Massetti (Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e UOC Cardiochirurgia – Gemelli IRCCS) a proposito dell’area cardiovascolare e chirurgica “…il profilo tipico del paziente cardiovascolare oggi è quello di un paziente anziano che ha una malattia grave sul piano cardiovascolare ma anche un contesto di grande fragilità e questa fragilità è legata in parte alla malattia cardiovascolare e anche alla presenza di altre malattie che concorrono a creare questa vulnerabilità, questa fragilità, che molto spesso è quell’aspetto che riduce il progresso delle terapie…”
La chiave può essere la Nutrizione, secondo l’opinione dei clinici, ma capiamo perchè nelle parole del Professore “Questi pazienti sono fragili e vulnerabili perché diminuisce la capacità biologica di reagire agli stress importanti come interventi chirurgici e quindi migliorare sul piano biologico le loro difese immunitarie, renderli più forti e sviluppare la capacità di reazione dell’organismo, rappresenta quindi il nostro principale obiettivo“.
” Implementare l’alimentazione di questi pazienti con agenti e nutrienti specifici” sottolinea infine il Prof. Massetti “che permettano uno sviluppo delle difese immunitarie e della capacità di reagire dell’organismo. In ultimo, ma non meno importante, anche quello di supportare con nutrienti agenti energizzanti in grado di favorire la forza muscolare, la ripresa del tono e quindi di preparare – un po’ come fa un atleta prima di fare una grande competizione – all’intervento chirurgico”.
Il supporto nutrizionale durante e dopo il ricovero
Ma cosa succede dopo il ricovero, come è possibile supportare il paziente una volta dimesso? Ecco come il paziente viene seguito anche a casa dalla UOC di Nutrizione Clinica del Gemelli, nelle parole della Prof.ssa Mele “…dimettendo i pazienti chirurgici, quindi dopo grandi interventi, molto spesso abbiamo bisogno di ricorrere a dei presidi che – a volte – sono delle alimentazioni artificiali. Con queste, dobbiamo supportare il paziente per un periodo più o meno lungo con nutrizione enterale oppure addirittura con nutrizione parenterale, cioè per via endovenosa, con particolari miscele di nutrienti. A questo proposito, per i pazienti in dimissione, il Policlinico Gemelli ha sviluppato, attraverso un team di ricerca interdisciplinare, delle linee di alimenti a fini medici speciali che si occupano proprio del benessere dei pazienti delle grandi chirurgie, nelle dimissioni, che possono supportarli in modo da poter soddisfare tutti i loro fabbisogni nutrizionali dopo il percorso clinico“.